martedì 28 settembre 2010

Tavolini

Sotto gli ultimi raggi del sole rossiccio, quello che tramonta e segna la dorata strada marina per la felicità eterna, qualcuno resta ancora stirato sulla sabbia a godersi il nulla mentale più beato e simile al nirvana. Altro che quel complessato di Schopenhauer! Giasone e Caio invece, come altri del resto, decidono di muovere ai tavolini del vicino bar, dinanzi al mare. In filodiffusione Jamiroquai: seven days in sunny June. Sono entrambi ancora grondanti di acqua salata e soddisfatti. Tutti e due a torso nudo, senza ombra di asciugamano, discutono della temperatura dell’acqua, perfetta! E anche di altre cose, tutte amene e stupide, da un punto di vista meno attento. Cose serie, molto serie, se affrontate col giusto appiglio alla realtà:
“Mio Dio, che estate favolosa!”.
“Ma se ha fatto quasi sempre vento…”.
“Sì, e se è per questo non è stata neanche granché calda, eppure…”.
“Sarà a causa del riscaldamento globale!”.
“Eh, boh?!? Riscaldamento vuol dire che dovrebbe esserci caldo, no? Eppure, dicevo…”.
“Allora saranno gli sconvolgimenti climatici, in generale. Magari i Maya hanno anche previsto…”.
“Sì, sì, come dici tu, ma non è questo il punto. L’estate è sempre favolosa, in ogni caso. E poi, ad ogni modo, qualche bagno ce lo siamo fatto, no?”.
“Già, grande estate, dovrebbe durare tutto l’anno.”.
“Eh, e anche più!”.
“Chiama il tizio dei tavoli, facciamoci portare un altro paio di birre!”.
“Da 66?”.
“No dai, è pane liquido, mi sta venendo su una panza da far invidia a…”.
“A chi?”
“Boh, a qualcuno davvero grassone!”.
E scoppiarono in una fragorosa risata, giusto un tantino da ebeti consapevoli, ben nascosti dietro i più sgargianti Rayban da sole che si erano mai visti negli ultimi cinque minuti su quello spiazzale.
Tutto colorato d’arancio, ragazze in bikini che passano, avanti e indietro, anche loro con gli occhiali da sole, sembrano sfilare. Anzi, sembra un video dei Jamiroquai. Giasone e Caio sorridono ancora, sornioni.
“Dico, parliamo di cose serie, un attimo!”.
“Ma solo un attimo però…”.
“Sì, sì, non temere. Mi chiedo se stasera è meglio mettere gli occhiali rossi o quelli azzurri.”.
“Rossi, rossi…siamo in estate, fratello!”.
“Grande estate, calda.”.
“Già, calda! Dovrebbe durare tutto l’anno!”.
“E anche più, credimi!”.
“Beh, magari impegnandosi!”
“Chi si dovrebbe impegnare?”
“Noi!”
“Per far cosa?”
“Per farla durare di più!”
“Ah già, beh, fammici pensare, ti farò sapere.”
“Ehi, amico, posso chiederti un parere?
“Dimmi, basta che non debba pensarci troppo!”
“No, almeno spero. Secondo te, questi tizi seduti al tavolo accanto, fanno il nostro stesso genere di discussione!”
“Fammi vedere…hmhmhm”
“Allora?”
“Sì, sì, certo! Guarda come sono vestiti: quello di destra con la camicia gialla in stile hawaiano e i Persol da sole, bellissimi. E l’altro coi capelli così scompigliati che sa proprio di estate goduta fino in fondo.”
“Già, e poi guardali, ad ogni proposizione brindano sorridenti. Tu che sei vicino, prova a vedere se senti qualcosa di ciò che si dicono…”
“Ok, spe…”

Così Giasone reclina la sedia sui due piedi posteriori, dondolandosi con finta sbadataggine, stiracchiando la schiena e ascolta:

“Hai visto ieri come ho sgozzato quella tizia?”
“Sì bello, gran mossa quella di mozzargli prima le mani a colpi di elenco telefonico.”
“Già, ma se devo essere sincero sei stato tu ad ispirarmi l’altro giorno.”
“…cioè?”
“Quando hai comprato apposta tutta la discografia in vinile di ggiggidalessio per infilarla nella gola di quel ragazzo che hai sequestrato. Sta ancora sopravvivendo a tutte le sevizie?”
“Sì, ma i dischi non glieli ho infilati nella gola…”
“Ah! Beh, devi ammettere che in quell’ammasso di carne putrefatta, ormai è difficile distinguere qualcosa…lo hai nutrito per mesi a base di carne di maiale sofisticata.”
“Già, brindiamo!”
“Sì, brindiamo…ai nostri giochini! È bello sapere che è anche grazie al nostro disinteresse che nel terzo mondo i bambini muoiono di fame. Ehi amico, ma hai sentito i tizi accanto a noi di quali bestialità discutevano?”
“Come no, da inorridire, roba da denunciarli, che schifo! Indegni di appartenere alla razza umana”

Giasone e Caio, nel frattempo, si allontanavano, con l'andatura a ritmo di musica, sempre Jamiroquai.

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