mercoledì 25 febbraio 2009

Ringraziamenti


Finalmente un buon progetto, dobbiamo sfruttarle certe risorse, era ora che qualcuno si muovesse in tale direzione.
A cosa mi riferisco? Alla centrale nucleare in Sicilia, chiaro no?!?
E la cosa che mi riempie più di gioia, ma ad essere sinceri ero già stato profeta in questo appena dopo aver letto dell’intesa Berlusconi-Sarkozy, è che probabilmente ne avremo una in provincia di Ragusa.
Si, finalmente, il sogno di una vita che si realizza!
In fin dei conti, che pretendono sti pochi scimuniti che non la vorrebbero:
le spiagge diminuiscono, il mare, anno dopo anno, è sempre più inquinato…Turismo, bleah!!!
Una bella centrale nucleare barocca, incastonata negli iblei, ecco quello che ci vuole!
Oddio, i pericoli ci sono, per esserci.
I terremoti ad esempio, ma a me che mi frega: ho letto che la prima centrale sarà pronta entro il 2020 e quella presunta nella nostra provincia non rientra neanche tra le prime quattro.
Ciò significa, considerati i notoriamente allungati tempi di costruzione siciliani, che probabilmente non sopravvivrò fino al giorno d’inaugurazione.
Le falde acquifere sono troppo inquinate e dovrei liberarmi prima di quella fatidica data.
A proposito di cellule impazzite, riflettevo sul fatto che qualche stolto voleva puntare sul
foto-voltaico dalle nostre parti.
Che scemo, il sole, si sa, è buono solo a farti venire i tumori della pelle.
Che bei progetti che fanno i nostri governanti!

mercoledì 4 febbraio 2009

New York Days


Ordinai una tisana all’agave e coca cola, il ragazzo che serviva ai tavoli era ancora a metà strada, da più di quaranta minuti, in bilico sul filo, con il vassoio che gli faceva da asta per non perdere l’equilibrio.
Gli occhi di tutti gli avventori erano puntati su di lui, sotto non c’era rete.
Non era un bar da espresso e via, questo era chiaro!
Fuori pioveva ed il traffico urlava una canzone di Sinatra, dentro invece la situazione era diversa.
Locale ben strano quello, in bilico tra la noia e l’ironia, forse un tantino amara.
Un tizio si arrampicava sugli specchi e rideva, ma così lentamente che sembrava piangesse.
Il cameriere, sempre in bilico, era proprio bravo, io non ci sarei mai riuscito a fare quelle capriole. Questo, all’inizio, pungeva un po’ il mio orgoglio ma poi, guardandomi meglio attorno, mi accorsi che gli altri non erano più bravi di me e allora come tanti altri allentai le palpebre in quella atmosfera quasi onirica, fumosa. Ogni tavolo era collegato ad una fune e prendere le ordinazioni, ovviamente, era lievemente difficoltoso. Si, vero, di tanto in tanto ci poteva scappare il morto, ma non era più un dramma. Era un bar pericoloso? Beh, forse un po’ si, per via di quel Decreto Ministeriale che obbligava a fumare al suo interno. Pipe e sigarette sul tavolo, al posto delle noccioline e, se non le fumavi, dovevi almeno mangiarle, per non offendere il barista.
Un tipo che somigliava ad una foglia di salice e non faceva che sorridere, felice di non essere depresso.
Tutto si muoveva a rilento, persino i rivoli di fumo.
Concentrando la vista sugli altri, agli altri tavoli, riuscivo addirittura, quasi, a vederne i due volti in movimento, come se i miei occhi scattassero foto in sequenza ad un sogno.