mercoledì 17 novembre 2010

Schiavi del semaforo

Castore e Polluce fuggivano sulla loro fiat 127 decappottabile, sfrecciando veloci come due antilopi che hanno appena rubato una Jaguar. Era l’ora di punta e quasi tutte le campanelle delle scuole del paese concedevano l’uscita ai propri reclusi. Immaginatevi il movimento: motorini che ti passavano a sinistra, a destra, sotto le gambe; macchine che sbucavano dall’angolo; tutti di fretta, tutti sfumazzanti dalle marmitte e rumorosi come zanzare amplificate. Non era mica facile fare quello che stavano facendo i due fratelli sulla loro 127: riuscivano ad insinuarsi nelle strettoie più impensabili e alla fine imboccavano la provinciale per primi, evitando di rimanere intasati all’incrocio-imbuto, in fondo a quella strada – cosa che fermò tutti gli altri concorrenti.

«Bravo fratello, siamo primi al semaforo!» - disse Polluce all’altro.

«Giaaaaà!!!».

Peccato che in quel momento scattò il rosso. La prima cosa strana fu che gli Unni con le ruote gommate non giunsero immediatamente alle loro spalle.

«Beh saranno ancora bloccati, incapaci di dare precedenze e di favorire il defluire del traffico.».

«Giaaaaà.» - rispose sempre Castore.

Il semaforo era ancora rosso.

«Metto un po’ di musica…» - disse Polluce.

«Giaaaaaà!» - fece l’altro.

Misero i Phish, un bel live della jam band.

Intanto il semaforo continuava a rosseggiare.

«Ehi, ma quando scatta stu semaforo? Speriamo che non si sia incantato!».

«Giaaaaaaà!!!» - disse Castore.

I Phish continuavano a suonare, Trey Anastasio aveva appena cominciato un lunghissimo assolo, e il semaforo restava fisso sul rosso.

«Ehi fratello – esclamò Polluce verso l’altro – non ti è sembrato che il semaforo, per pochi attimi, abbia tentennato sul colore? Non te ne sei accorto anche tu? Sembrava volesse scattare sul fucsia, no? No, non credi? Beh, magari diventa blu, come nella Profezia del divino Experienced, che dici? Ok, ok, forse è solo il caldo che mi sta dando alla testa. Lo aveva detto mamma, di mettermi il cappellino e che non bastavano i capelli lunghi.».

«Giaaaaaaà!!!» - assentì Castore, che aveva anch’esso i capelli lunghi.

Passarono almeno due giorni in silenzio, da quel momento.

Il semaforo sempre rosso e Trey Anastasio, col piede sul wha-wha, non accennava a smettere di sudare sulle sei corde. Nessuna macchina dietro di loro, nessuna di fronte. Neanche un’anima viva lì intorno, solo la strada ed il cemento.

Poi Polluce chiese al fratello:

«E se il semaforo non scattasse più?».

Castore, lentamente, girò la testa verso l’interrogatore, mantenendo sempre le mani sul volante. Abbassò i suoi wayfarer ed alzò il sopracciglio destro… tutti riescono ad alzare il sinistro, ma è alzando il destro che si vede chi ce la sa e ce la può veramente. Restò indeciso sul rispondere per un po’ e poi:

«Giaaaaaaaà!!!».


Caro lettore, il brevissimo raccontino che hai appena finito di leggere, ha una sua spiegazione (probabilmente! Certo, bisognerebbe informarsi al riguardo). Va bene, magari non si tratta veramente di una spiegazione, in ogni caso, necessita della lettura di un ulteriore scritto che apparirà in questi giorni su Nove (la rivista a distribuzione gratuita, che potete trovare in giro per Scicli. Per chi non è di Scicli, mi contatti pure e riceverà privatamente lo speculare scritto). Ma non devo avvisare di questo solamente. Caro lettore, dal prossimo numero di Nove (a scanso di equivoci, il numero successivo a questo di cui dicevo prima e dove è contenuto lo “scritto speculare”), inizierò a raccontarti una storia rock a puntate. Cioè la storia di una rock band di paese (che, come ho scritto già sull’avviso di Nove, non è la storia della rock band cui io ho modestamente partecipato negli anni passati. Ma, non riferendosi a nessuna persona realmente esistente, vuole essere il modello tipico di una rock band di paese, o almeno quello che riesco ad immaginare io. Siamo nel territorio dell’opinabile democratico: così la vedo ioma potrei sbagliarmi). Il titolo di questo racconto è “It’s Only Rock ‘n’ Roll…and I like It” (ricorda qualcosa agli appassionati del genere?).

Dunque, concludendo, vi invito tutti a leggere le puntate di questa soap opera in salsa rock, ovviamente su Nove. Per chi non è di Scicli, mi contatti su Facebook e troveremo una soluzione. Fatemi sapere se vi piace. A presto.